Ed anche quest’anno si è concluso il Wine&Thecity la manifestazione che ha promosso per una settimana intera aperitivi e degustazioni nei negozi di Napoli e che apre il Vitigno Italia, la fiera del vino, che si sta tenendo in questi giorni al Castel Dell’Ovo.
Mercoledì 20 maggio, il Wine&Thecity 2015 ha salutato tutti gli operatori del settore, stampa ed appassionati di vino con un Gran finale in uno dei luoghi più suggestivi e meno conosciuti del centro storico: lo Scalone monumentale di Montesanto, opera del Filangieri del 1880, cerniera tra la collina e il ventre della città.
 
 

 

Arte, musica e vino hanno nutrito l’ebbrezza della serata in un crescendo di contaminAzioni in pieno stile Wine&Thecity.

Sulla scenografica scalinata a balze è andata in scena l’azione d’arte Living stairs del collettivo 137/A: una performance sitespecific a cura di Carla Celestino, Valter Luca de Bartolomeis, Marialuisa Firpo, Carla Giusti, Carlo Manna e Ivan Turturiello. Una sequenza di ambientazioni simulanti i diversi momenti che scandiscono il quotidiano di ognuno – l’incontrare, il conoscere, lo stare, il sognare – invita a riflettere sull’uso che oggi si fa delle scale: luogo di sosta, riposo, abbandono delle più svariate presenze umane. L’azione non altera la naturale vocazione del luogo, ma assurge a simbolica interpretazione della “maniera napoletana” di appropriarsi degli spazi pubblici.
 
 
Dall’arte alla musica. I ritmi e le suggestioni di SWINGin’ Napoli hanno invaso le scale: hanno suonato gli SwingTree con Marco Sannini alla tromba, Dario de Luca alla chitarra, Umberto Lepore al C Basso e Simona Boo Voce.  Hanno danzato Irene Vecchia e Luca Chimenti.
Da una porticina sulla destra, invece, si scende nel Quartiere Intelligente, un laboratorio sperimentale per l’ecosostenibilità e spazio di produzione artistica, che per l’occasione ha accolto la degustazione dei bianchi e dei rossi delle cantine del Sannio Consorzio Tutela Vini con i taralli partenopei di L di Leopoldo Infante, le mozzarelle di bufala campana Dop del Consorzio di Tutela, i crostoni di Babette con zucca lunga napoletana taleggio di bufala pancetta e menta, i buonissimi muffin salati di Cupiello, il cocktail Bichini di ‘E Curti di Sant’Anastasia al gusto di chinotto e nucillo, ed il Club Amici de Toscano con i suoi sigari dai sapori più disparati.
 
Al calar della sera, occhi puntati sul video wall del Q.I.: è andata di scena la video installazione Transition Point di Caterina Arciprete che racconta una forma svelata o solo intuita in un attimo visionario: “un’energia che senza convenzioni, aldilà delle forme apparenti dovute, esplode in un sogno lucido durante un punto di transizione. È il tempo in cui il corpo abbassa le sue difese coscienti, la mente lascia andare il corpo…Un giovane come altri, bianco acromatico e una goccia di vino/oro che lo conduce nello spazio di transizione, tra veglia – sonno – sogno. Sogna o percepisce la sua metamorfosi. È energia che si libera dall’involucro, che sgorga da bocca e occhio, che fluisce diventando tutt’uno con pensieri e aria. Si sveglia. La forma sprigionata rientra in un abito. Il vino, oro nel bicchiere, ne ha imprigionato la sostanza, è liquido. È il passaggio tra corpo (reale/solido) e sublime (sogno/gas). L’oro si espande e prende mille forme, in un attimo di transizione”.
Il Dj set di Dj Cerchietto ha scandito i ritmi della serata che diventa installazione sul tessuto urbano, azione collettiva e di contaminazione: lo scopo è stato quello di accendere i riflettori sulle scale di Montesanto, raccontarne la bellezza e la storia, e recuperandone il significato di cerniera e camminamento metropolitano, surclassato dalle logiche della velocità.