Lo sai che a Napoli San Gennaro scioglie il sangue tre volte l’anno? Si esatto, il Santo Patrono di Napoli, compie il prodigio ben 3 volte l’anno: il 19 settembre, il primo sabato di maggio e il 16 dicembre: tre date in cui il popolo napoletano si raccoglie con emozione attorno al suo Santo Patrono, nella speranza di assistere al miracolo della liquefazione del sangue, un evento unico che unisce fede, tradizione e identità popolare.
Questo evento, che unisce fede e mistero, in realtà è molto importante per i napoletani perchè, qualora il sangue non dovesse sciogliersi, significherebbe sciagure per la città di Napoli.
Considerate che il sangue non si è sciolto nel 2020 quando c’è stata la pandemia e l’anno successivo quando c’è stata una brutta mareggiata sul lungomare di Napoli che ha allagato tutti i ristoranti fronte mare.
Quindi, se ti trovi a Napoli in uno di questi giorni speciali, ci sono dei luoghi della città che non devi assolutamente perderti, per vivere un’esperienza autentica tra spiritualità, arte e cultura.
Il Duomo di Napoli
Il primo luogo da visitare è senza dubbio il Duomo di Napoli, dove si svolge il rito del miracolo dello scioglimento del sangue. Ogni anno, migliaia di persone si riuniscono per assistere a questa celebrazione che affonda le sue radici nella storia profonda della città. Io ammetto che, nonostante sia napoletana, ho assistito alla liquefazione del sangue per la prima volta nel mese di dicembre.
Al di là dell’evento in sè, che si svolge nella cappella di San Gennaro alla destra della navata principale, anche visitare il Duomo di Napoli è una grande esperienza.
Il Duomo fu costruito tra il XIII e il XIV secolo per volere di Carlo II d’Angiò, sui resti di due antiche basiliche paleocristiane: la Basilica di Santa Restituta e la Basilica di Stefania. La cattedrale è un magnifico esempio di architettura gotica, anche se nel corso dei secoli ha subito numerosi restauri e aggiunte in stile rinascimentale, barocco e neogotico.
L’esterno presenta una facciata neogotica completata nel XIX secolo, mentre l’interno conserva splendide cappelle decorate, affreschi e pavimenti in marmo.
Il Museo del Tesoro di San Gennaro
Accanto al Duomo si trova il Museo del Tesoro di San Gennaro, una vera e propria meraviglia che custodisce una delle collezioni più preziose al mondo.
Premiato con il Traveller’s Choice Best of the Best 2024 e candidato ai Remerkable Venue Awards di Tiqets, il museo ospita capolavori di inestimabile valore: gioielli, opere d’arte, oggetti votivi e, tra tutti, la splendida mitra del Santo con oltre 3.000 pietre preziose. Grazie a tecnologie immersive, il percorso museale diventa un viaggio interattivo nella vita e nel culto di San Gennaro, tra video installazioni, audioguide per bambini in 12 lingue (incluso il napoletano) e mostre d’arte contemporanea come Una Nuvola Come Tappeto dell’artista Giulia Piscitelli, che rilegge il sacro in chiave simbolica e politica.
Forcella e il murales di Jorit: San Gennaro nella street art
Proseguendo verso il cuore popolare della città, nel quartiere Forcella, ti imbatterai nel maestoso murales di San Gennaro realizzato da Jorit Agoch. Alto 15 metri, raffigura un San Gennaro contemporaneo, con i tratti del volto segnati dalle linee rosse tipiche dello stile dell’artista. Questo non è solo un omaggio religioso, ma un potente messaggio di inclusione, che vede il Santo come protettore degli ultimi, delle periferie e della Napoli vera. Un esempio perfetto di come l’arte urbana riesca a dialogare con la spiritualità e con il tessuto sociale della città.
Le Catacombe di San Gennaro: alle origini del culto
Un’altra tappa imperdibile sono le suggestive Catacombe di San Gennaro, nel quartiere Sanità, uno dei luoghi più antichi e affascinanti della città. Qui fu trasferita la tomba del Santo nel V secolo, rendendo il sito un importante centro di pellegrinaggio. Le Catacombe ospitano la Basilica ipogea di Sant’Agrippino, la Cripta dei Vescovi con i suoi mosaici e affreschi, e la Basilica Adjecta. Grazie all’impegno della Cooperativa La Paranza, composta da giovani del rione, oggi il sito è accessibile anche a persone con disabilità e offre visite guidate di grande valore storico e umano.
Le edicole votive: San Gennaro nella vita quotidiana
Ma San Gennaro non vive solo nei grandi luoghi del culto: il suo volto è ovunque, tra i vicoli e i quartieri popolari di Napoli. Le edicole votive dedicate a lui sono piccoli altari di strada, adornati con candele, fiori e foto, dove i fedeli si fermano a pregare o a chiedere una grazia. Il Santo è chiamato affettuosamente “faccia gialla” dai napoletani, e la sua presenza si sente viva in ogni angolo della città, tra ironia, amore e rispetto.
Tra fede e gusto: anche la cucina rende omaggio al Santo
E per chi vuole concludere l’esperienza tra sacro e profano, nei pressi del Duomo c’è un ristorante che propone piatti ispirati alla tradizione popolare, come gli Spaghetti alla Gennaro – amati da Totò – a base di acciughe, aglio, pane raffermo e pomodorini. Un modo gustoso per unire cultura e gastronomia in perfetto stile partenopeo.
Perchè il miracolo avviene tre volte l’anno
Il miracolo di maggio: la traslazione delle reliquie
Il primo sabato di maggio si celebra il cosiddetto “miracolo di maggio”, che commemora la traslazione delle reliquie di San Gennaro da Pozzuoli a Napoli. Durante questa ricorrenza, le ampolle contenenti il sangue del santo vengono portate in processione dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara, accompagnate dal busto argenteo del patrono e dai busti dei compatroni della città. La processione, detta anche “degli infrascati” per l’usanza dei partecipanti di adornarsi con corone di fiori, è un momento di grande partecipazione popolare e devozione.
Il miracolo della liquefazione del sangue durante questa celebrazione è visto come un segno di benedizione e protezione per la città, rafforzando il legame tra San Gennaro e i napoletani.
Il miracolo di settembre: l’anniversario del martirio
Il 19 settembre si celebra l’anniversario del martirio di San Gennaro, avvenuto nel 305 d.C. In questa data, le ampolle contenenti il suo sangue vengono esposte nella Cattedrale di Napoli, e i fedeli si riuniscono in preghiera sperando nella liquefazione del sangue, considerata un segno di buon auspicio.
La liquefazione del sangue è interpretata come un segno della continua protezione del santo sulla città, e la sua mancata liquefazione è spesso vista come un presagio di eventi negativi.
Il miracolo di dicembre: un evento poco noto ma molto sentito
Non tutti sanno che il 16 dicembre si celebra un terzo miracolo, meno noto ai turisti ma molto caro ai napoletani. È la data in cui si ricorda l’intervento miracoloso del Santo durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, quando – secondo la tradizione – San Gennaro fermò la lava che minacciava la città. In questa occasione, la reliquia viene portata in processione e la città si stringe attorno al suo protettore in un clima di profonda devozione, alla presenza delle autorità religiose e civili.
Un legame eterno tra Napoli e il suo Patrono
San Gennaro non è solo il patrono di Napoli: è un simbolo vivente dell’identità della città, una figura che unisce fede, arte, umanità e resistenza. Visitare i suoi luoghi significa entrare nel cuore più autentico della cultura napoletana, dove ogni preghiera, murales o piatto tradizionale racconta una storia d’amore lunga secoli.
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