Ieri mattina ho avuto l’onore ed il piacere di incontrare il bravissimo attore e regista Silvio Muccino e di assistere alla prima del suo nuovo film scritto a quattro mani con Carla Vangelista “Le leggi del desiderio”, che uscirà ufficialmente in tutti i cinema il 26 febbraio.
La commedia, affronta un tema al giorno d’oggi molto attuale: la ricerca del successo e della felicità interiore.
Muccino,  oltre ad essere il regista del film interpreta anche il protagonista, Giovanni Canton, un life coach di successo che viene ingaggiato da un editore per migliorare la vita di tre persone in sei mesi e presentarle in un talent show.
Muccino, insieme all’attrice principale Nicole Grimaudo, ci ha raccontato un pò i retroscena del film.

 

Il film inizia col pretesto del life coach, Giovanni Canton, per poi parlate di tre vite diverse, il cui tema principale è sempre l’amore, tema molto caro a tutti i suoi film.
I desideri dell’uomo muovono il mondo e ogni giorno, per riuscire a ottenere l’oggetto del nostro desiderio, modifichiamo noi stessi e la nostra realtà. O perlomeno, cerchiamo di farlo. Secondo Giovanni Canton, il carismatico e funambolico trainer motivazionale protagonista di questa storia, ci sono delle tecniche precise che possono aiutarci a raggiungere quello che desideriamo, sia esso il piacere, il lusso, il potere, il successo o l’amore.

Considerato dai suoi tanti fan una sorta di profeta, e da molti altri un cialtrone che si approfitta delle debolezze altrui, Canton decide di dimostrare la veridicità delle sue teorie organizzando un concorso per la selezione di tre fortunate persone che verranno da lui portate in sei mesi al raggiungimento dei loro più sfrenati desideri. Ma l’intenso rapporto che si stabilirà fra il life coach e il terzetto prescelto produrrà effetti inaspettati nella vita di tutti loro, soprattutto in quella di Canton.

Il film vuole trasmettere un messaggio antico come il mondo: la ricerca di una consapevolezza dentro di noi.

Muccino, con “Le leggi del desiderio” ha voluto realizzare una commedia leggera che scaldasse il cuore ma puntasse il dito proprio su questo: accettare le proprie fragilità perché in fondo noi siamo noi e sono proprio le nostre debolezze e fragilità a renderci unici!
E così, nell’intreccio delle tre storie che si alternano nella commedia, emergono i temi del conoscersi, di accettarsi e di amarsi perché l’unico modo per realizzare i propri desideri è proprio quello di amarsi e di conoscersi. Come ha dichiarato Silvio Muccino: “I desideri più veri sono quelli che vengono dal cuore. Nel momento in cui ci accettiamo, riusciamo a realizzare i nostri desideri.” Sembra un discorso banale, eppure…quanti di noi realmente conoscono se stessi?

Per la realizzazione del film, Silvio Muccino hsi è ispirato alla figura tutta americana del life coach, alla teoria New Age, la legge dell’attrazione e la PNL (programmazione neuro linguistica), scienza che studia i vincenti, chi ce l’ha fatta nella vita, per imparare da loro e migliorarsi giorno dopo giorno.

Tutto questo l’ha portato a chiedersi: “Quand’è che nell’imitare questi modelli poi rischiamo di perdere noi stessi?”
Lui si ispira, per la sua vita,alla filosofia dei Rolling Store secondo la quale il cuore è la cosa più importante, non a caso le sue commedie sono tutte romantiche ed incentrate su storie d’amore.
In “Le leggi del desiderio” emerge proprio l’importanza dell’essere rispetto all’apparire.
La realizzazione dei desideri nasce dall’accettazione di noi stessi. Ci dimentichiamo di piacere per come siamo. La società odierna e la teoria new age tende ad omologarci tutti.
Nel caso di Matilde (la protagonista del film interpretata da Nicole Grimaudo)  l’accettazione di se’ la fa crescere e la rende più forte. Vuole cambiare per un uomo ma poi alla fine il cambiamento lo fa per se stessa.

Muccino ha ammesso che c’è davvero poco di lui in Canton. Quasi tutto il film è stata una grande maschera da indossare. Personaggio empowering. È stata la prima volta che ha rivestito un personaggio diverso da lui, perchè sin da quando ha iniziato a recitare la prima volta a 16 anni, gli hanno sempre cucito addosso tutti i personaggi rendendoli molto simili a se stesso. Quindi è voluto uscire da questa maschera interpretando un personaggio che per molti versi è diverso da se stesso.

Nel film si parla anche di talent e reality show, ormai diventati molto attuali nella nostra società.
I talenti show sono una scorciatoia preferenziale per mostrarsi ed in questo momento storico non sono da demonizzare.
Anche perchè, come lui stesso ha ammesso, se hai talento non puoi mentire ed anche se non c’è l’hai. Prima o poi esci fuori.
Stessa cosa il supporto del life coach per migliorare la propria vita. I life coach sono uno strumento da usare ma poi è l’artista che decide come usarli.

 

Nicole Grimaudo, che nel film interpreta Matilde, una donna single, dolce, goffa ed innamorata di un uomo sposato che da 3 anni le ripete che lascerà la moglie senza farlo mai, si è emozionata quando ha letto il personaggio. Si è rivista indietro nel tempo, all’inizio della sua carriera quando faceva “Non è la Rai” e fingeva di essere una ragazza sicura di se’ ma in realtà era una ragazzina insicura e timida. La parte di Jennifer, la femme fatale in cui si trasforma Matilde per conquistare il suo oggetto del desiderio dietro indicazione del life coach,  è stata un gioco perché ognuna di noi quando vuole sa trasformarsi in Jennifer.
Inoltre, lei, che ha iniziato proprio con un reality show (perchè in fondo “Non è la Rai” può essere quasi accomunato ad un reality) ha ammesso che i talent show sono specchietti per le allodole e che spesso dopo c’e il vuoto. Quando vuoi esporti così tanto devi partire con una vita che già ti piace molto, altrimenti puoi essere risucchiato dal sistema.

Nicole ha inoltre ammesso che le piace proprio stare sul set, recitare, interpretare personaggi ma non è il successo l’obiettivo primario.

Dopo “Non è la Rai” ha fatto teatro ed ha capito cosa voleva realmente fare nella sua vita.
Gli atri personaggi che ritroviamo nel film sono ERNESTO, interpretato da Maurizio Mattioli, un uomo disoccupato che ha superato i sessant’anni e i centoventi chili ed è alla disperata ricerca di un lavoro e LUCIANA, interpretata da Carla Signoris, una sorta di Dr. Jeckill e Mr Hyde. la classica donna casa e chiesa che lavora come segretaria al vaticano, ma che ha una vita nascosta: scrive romanzi hard!
Insomma, un film allegro, divertente, non impegnativo, ma che comunque ha una morale che fa riflettere!