Sidi Bou Said

Se avete programmato una vacanza a Tunisi, la capitale della Tunisia, vi consiglio di dedicare almeno una giornata alla visita di Sidi Bou Said, un paesino meraviglioso a soli 20 km dalla capitale ed alla periferia nord di Cartagine,  i cui colori dominanti sono il bianco ed il blu, che a primo acchitto mi hanno ricordato tanto le isole delle Cicladi come Mykonos o Paros. Non a caso viene definito “il Paradiso bianco e blu”, ed infatti di un paradiso si tratta. Appena arrivati, vi sembrerà di aver cambiato Stato e non essere più in Tunisia. Ed invece siete proprio in Tunisia, e di preciso nel Maghreb!

Sidi Bou Said

Il nome Sidi Bou Said deriva dal santo Abou Saïd Khalaf Ibn Yahya el-Tamimi el-Béji che vi si installò nel 1220 per dedicarsi alla meditazione e alla diffusione del Sufismo. Alla sua morte venne edificato un Mausoleo in suo onore che fece del villaggio, fino ad allora noto come Jabal el-Menar, un luogo di pellegrinaggio.

Al volgere del diciannovesimo secolo, poi, Sidi Bou Said divenne invece meta degli artisti bohémiens in fuga dalla cosmopolita Tunisi, in cerca di ispirazione, tra cui Henri Matisse, Paul Klee, Simone de Beauvoir e Oscar Wilde, per citarne alcuni.

Sidi Bou Said

La scelta non è casuale, Sidi Bou Sais ha una posizione strategica, arroccata in cima a una collina, dalla quale è possibile ammirare tutto il litorale Tunisino.

Luogo preferito dagli artisti, era il  Café des Nattes, pittoresco locale situato su una rampa di scale al termine della strada principale, nel quale è possibile rilassarsi su una stuoia sorseggiando un thè alla menta con pinoli o fumando un narghilè dall’intenso aroma mediorientale.

Sidi Bou Said

Dal terrazzino esterno, con ringhiere rigorosamente blu, sul quale anche io mi sono fermata a sorseggiare il thè con alcuni colleghi giornalisti, si può godere dello splendido panorama di fronte al quale amava indugiare il filosofo francese Sartre, con uno sguardo su tutto il lungomare tunisino e le meravigliose porticine blu del paese.

Sidi Bou Said

Il colore blu è predominante a Sidi Bou Said perché nel 1920, per rendere omaggio al lavoro del pittore francese Rodolphe d’Erlanger deceduto nel paese, venne approvata una legge che imponeva uno stile architettonico comune secondo cui tutte le costruzioni del villaggio dovevano essere bianche con le porte e le finestre azzurre.

Sidi Bou Said

Le porte tunisine sono l’immagine del modo di pensare e di vivere delle famiglie tunisine che ci vivono.

Passeggiando per Sidi Bou Said, potrete vedere porte semplici ad un battente, porte rettangolari doppie di stile Hafside, porte ad arco a due battenti, aventi una piccola sottoporta. Quest’ultimo tipo di porta, chiamata la Khoukha (pesca), fu inventata dall’intelligente principessa spagnola, sposa di Abdulaziz Ibn Moussa Ibn Noussair che, indignata per l’atteggiamento dei suoi sudditi musulmani, i quali non si inchinavano davanti a nessuno, tantomeno davanti al sovrano, tranne che davanti a Dio,  escogitò questo tipo di porticina di dimensioni più piccole del normale, che costringeva chiunque ad abbassarsi e ad inchinarsi.

Sidi Bou Said

 

Le porte tunisine si differenziano in primo luogo per i colori, ognuno dei quali ha un significato particolare.

I colori dominanti sono il verde e il giallo ocra. Nel Corano il giallo è detto essere un bel colore amato da Dio; mentre il verde è il colore del Paradiso. Il colore blu è stato introdotto solo di recente grazie al Barone d’Erlanger, ispirando tanti artisti. Fino a quel momento era stato il colore più rinnegato dai tunisini e da tutto il mondo arabo, perchè identificato alla catastrofe: moussiba zarka (la catastrofe blu) viene detta per una situazione catastrofica e devastante. Ma questa tradizione ora è rimasta solo nei detti popolari, tanto che il blu ora è un altro dei colori dominanti nelle finestre nei muri, nelle case non solo della medina tunisina, ma anche dell’intero paesino di Sidi Bou Said.

Sidi Bou Said

Passeggiando per Sidi Bou Said, fra le tante meravigliose porte blu, mi sono imbattuta in una proprio giallo ocra ed in altre, invece, con richiamo ocra all’interno.

Lasciatevi trascinare dalla ricerca delle porte più belle e spettacolari e perdetevi tra i vicoli di Sidi Bou Said, esclamerete un “wow” ad ogni angolo, proprio come ho fatto io!

Resterete incantati non solo dalle meravigliose porte blu ma anche dalla bellezza delle bouganville fiorite e dalle piante di gelsomino che rendono l’ambiente ancora più elegante e avvolto da un rilassante profumo.

Sidi Bou Said

Se invece amate lo shopping e ed il caos, Rue Habib Thameur, la via principale del paesino, è un trionfo di piccoli negozietti e botteghe come quelli d’un tempo dove acquistare, tra le altre chicche, le tipiche gabbiette per gli uccelli colorate o le Barbie con abiti da sposa tunisini, o ancora farvi fare un tatuaggio all’hennè con i simboli berberi da una delle viandanti locali.

Io mi sono ritrovata in un batter d’occhio, la mano completamente decorata dai simboli tunisini e l’ho adorata! Ho iniziato a respirare il profumo della Tunisia non solo nell’aria ma anche su di me! E’ stata un’esperienza meravigliosa.

Sidi Bou Said

Lungo la strada, inoltre, è possibile ammirare la residenza di Dar el-Annabi. E proprio a proposito di palazzi e residenze, non ci si può dimenticare che Sidi Bou Said è meta dalle eleganti dimore, arricchite da preziosi giardini e all’interno delle quali sorgono, spesso, centri di esposizione e gallerie d’arte.

Da non perdere, ad esempio, la residenza del barone d’Erlanger che, tra antichi ed eleganti arredi, ospita il museo della musica araba e mediterranea che vanta preziose collezioni di strumenti musicali originari dell’area mediterranea. Anche se l’attrattiva principale di Sidi Bou Said sono proprio le sue porte!

Ammiratele, amatele e fotografatele: vi resteranno impresse nel cuore per sempre!

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