A distanza di un mese dal mio ultimo viaggio in Tunisia, ci sono ritornata per un nuovo tour in collaborazione con l’Ente del Turismo Tunisino ed alcuni compagni di viaggio del primo tour.

Questa volta la meta è stata Djerba, piccola isola a sud del paese ai confini con la Libia, in occasione del pellegrinaggio della Ghriba, di cui vi ho già parlato. Ho scoperto un’isola non solo con il mare turchese e cristallino ma anche ricca di storia, musei e luoghi incantevoli come ad esempio i murales di Erriadh!

Djerba

Sono partita di nuovo da Napoli con Tunisair Express, questa volta con scalo a Tunisi in quanto, non essendo alta stagione, non c’erano voli diretti da e per Djerba.

Arrivata sull’isola, sono rimasta sorpresa nello scoprire spiaggia bianca e mare cristallino come quello dei Caraibi. Ho avuto quasi un dejavu e con la mente sono ritornata in Messico, ed invece non ero oltreoceano ma nel Mediterraneo, a sole 2 ore di volo da Napoli!

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Questa volta non abbiamo alloggiato tutti nello stesso albergo, ma ci hanno divisi in diverse strutture. Io ho pernottato all’Hotel Iberostar Mehari Beach, un 4 stelle carino senza troppe pretese, con buffet internazionale, piscina esterna, piscina coperta ed accesso diretto sulla spiaggia dal mare azzurro cielo e spettacoli musicali serali internazionali, in modo tale che potessero essere capiti da tutti gli ospiti dell’Hotel che erano piuttosto variegati per età e nazionalità.

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Hotel Mehari Djerba Hotel Mehari Djerba

Per chi invece fosse alla ricerca di sistemazioni più di lusso, consiglio invece l’Hotel Rym Beach, dove abbiamo fatto un bellissimo barbecue sulla spiaggia, che è dotato anche di camere di lusso vista mare.

Hotel Rym Beach Djerba Hotel Rym Beach Djerba

Oppure l’Hotel Palm Beach Palace, dove si è tenuta la conferenza stampa con la ministra del turismo tunisino e che noleggiano tablet agli ospiti dell’hotel, semplicemente lasciando il passaporto come cauzione.

Hotel Palm Beach Palace

Se invece siete dei creativi ed amate l’architettura di design e non vi interessa essere vicino al mare, ci sono dei carinissimi hotel de charme, un tempo abitazioni tipiche tunisine chiamate “Dar”, ideali per chi cerca una dimensione più intima e raccolta, e al tempo stesso di grande fascino, situati nel quartiere ebraico Erriadh, il quartiere dei murales.

A me hanno colpito molto Dar Dhiafa, Dar Bibine e Dar Attika, tutti con piscine ed arredi di design moderni, arredati con eleganza e gusto.

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Dar Bibine si contraddistinguono per il design minimalista, arricchito da elementi di arredo unici e originali scelti con cura dai proprietari. L’hotel dispone anche di un raffinato centro benessere, perfetto per rilassarsi tra hammam e massaggi.
Sempre a Erriadh si trova l’elegante Dar Dhiafa, la “casa dell’ospite” con 6 suite ed 8 camere, arredate in stile tunisino e situate nel cortile interno, sono tutte diverse tra loro e ciascuna con il proprio nome evoca suggestive atmosfere da “mille e una notte”.

Dar Bibine

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Djerba, conosciuta ai turisti soprattutto per il suo mare cristallino, in realtà è stata una vera scoperta.

Il mare è meraviglioso ed il sole picchia piuttosto forte (io che sono scura mi sono ustionata con protezione 8, ed in genere parto da protezione 6 o 4). La particolarità sono i cammelli ed i cavalli che passeggiano sul bagnasciuga, una vera novità per noi occidentali, che la contraddistinguono da tutte le altre spiagge viste fino ad ora. Il mare è abbastanza caldo rispetto ad altri mari del Mediterraneo ed inizia a diventare profondo dopo parecchi metri dalla riva.

Vi è un’unica spiaggia libera lunga, dove ogni hotel ha poi i suoi ombrelloni e lettini e bar, al quale però possono accedere anche persone esterne.

Djerba

Il primo giorno, dopo lo scalo a Tunisi, siamo arrivati di sera. Ci hanno, quindi, subito sistemato nei nostri rispettivi Hotel, dove abbiamo cenato nel buffet internazionale e poi siamo andati a dormire.

Il tour della città è iniziato il giorno dopo ed è stato una continua scoperta.

Parco Djerba Explore

Prima tappa è stato il Parco Djerba Explore all’interno del quale è situato il Museo Lella Hadhria, il museo degli usi e costumi nazionali tunisini con all’interno i capolavori di 1000 anni di storia e di art, dalla Persia all’Andalusia, dalle miniature agli arabeschi, dalle manifestazioni del sacro alla cerimonia.

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Al suo interno è stato possibile vedere gli abiti tipici delle donne e degli uomini tunisini, gli abiti da sposa delle donne del Maghreb, tutti perfettamente ricamati a mano ed il contratto di matrimonio su  pergamena del Corano da Kairouan del XVII e XVI sec., l’unico contratto di matrimonio alla stipulazione del quale le donne potevano anche divorziare!

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Il museo è diviso in due sezioni principali: una dedicata a tutte le culture arabe e islamiche e l’altro per le Arti della Tunisia. Attraverso quindici camere ben arredate, è stato possibile ammirare le piastrelle lucide di Kashan, frammenti della impiccagione della Kaaba, manufatti in argento e seta di confraternite mistiche, la ceramica smaltata della Tunisia, i tappeti tunisini famosi in tutto il mondo e la superba collezione di gioielli e costumi tunisini.

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Subito dopo ci siamo diretti all’esterno del parco, nella sezione Heritage, dove è stato possibile tornare indietro nel tempo ed ammirare dal vivo la tradizione dei costumi e mestieri dell’antica Djerba, attraverso donne che tessono la lana, che intrecciano cappelli e dromedari che arano i campi, in un’esperienza davvero avvincente attraverso il susseguirsi di case tipiche bianche e blu alternate da palme e vegetazione locale sotto il sole cocente del sud della Tunisia.

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Mi sono divertita a scattare una foto con il dromedario, che attratto dai colori della mia gonna dai colori dell’arcobaleno, ha deciso proprio di stendercisi sopra e poi, ho provato ad intrecciare un cappello di vimini insieme ad una Djerbina.

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Terza parte del parco Djerba Explore, anch’essa molto carina da visitare, è stata la Crocod’Iles, la più grande riserva di coccodrilli del Mediterraneo nella quale sono raggruppati oltre 400 coccodrilli che vivono nei bacini e nella serra. E’ stato possibile ammirare dall’alto mentre prendono il sole, nuotano nel laghetto e si rinfocillano. Alcuni erano davvero giganteschi, altri, invece, dei cuccioli nati da poco!

E’ stato davvero pauroso vedere tanti coccodrilli tutti insieme, per fortuna loro erano nei laghetti in basso e noi li ammiravamo dall’alto di un ponticello! Una loro apertura di bocca era praticamente grande quanto me dalla testa ai piedi!

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Houmt Souk

Dopo la piacevole mattinata sotto il sole cocente del Djerba Explore, ci siamo diretti ad Houmt Souk, la capitale amministrativa dell’isola di Djerba. Un simpatico paesino pieno di negozietti e viuzze strette che ricorda in parte la Medina di Hammamet ed in parte i vicoli di Napoli, con motorini che sfrecciano veloci, venditori di artigianato tipico locale, anziani seduti fuori ai bar. Un vero e proprio viaggio sensoriale tra gioielli d’argento, tessuti multicolore, ceramiche dipinte a mano e profumatissime spezie.

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Lì ne ho approfittato per fare un pò di shopping, divertendomi a contrattare sui prezzi, da brava napoletana!

Ho provato un abito tipico tunisino, ma alla fine mi sono limitata ad acquistare uno zainetto di pelle e tessuto, una collanina con il ciondolo della Mano di Fatima, simbolo della Tunisia ed alcuni regalini per i miei genitori. Avrei fatto più shoopping, sono sincera, perchè c’erano tantissime cose davvero molto carine, ma avevamo poco tempo a disposizione ed a me piace acquistare con calma.

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Museo del Patrimonio Tradizionale di Djerba

Dopo la visita dell’Homt Souk siamo stati a visitare un altro museo, il Museo del Patrimonio Tradizionale di Djerba, nel quale abbiamo imparato le tradizioni culturali dell’isola, che vive non solo di turismo ma anche di agricoltura, pesca ed artigianato. Ed infatti è stato possibile visionare gli strumenti da loro usati per arare i campi, come pescano e come realizzano le loro ceramiche. una visita molto interessante che mi ha aiutato a comprendere meglio usi e costumi del luogo e le sue tradizioni millenarie.

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Mi ha colpito in particolar modo vedere in che modo attirano i pesci nelle loro “reti” di bambù per poi servire freschi freschi sui nostri piatti. E la cucina di Djerba, si è confermata essere ottima come quella di Tunisi, a base di pesce fresco e saporito!

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Parlando di mangiare si era fatta ora di pranzo e ci siamo diretti nel quartiere ebraico di Erriadh a mangiare in uno dei caratteristici Dar (che vuol dire casa).

Dar Dhiafa

Dar Dhiafa

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Il quartiere di Erriadh

Il quartiere di Erriadh, situato 9 chilometri a sud di Houmt-Souk, è in assoluto il più bello di Djerba, ricco di murales e casette bianche con portincini blu. Per alcuni aspetti simile a Sidi Bou Said, per altri, molto più bello e caratteristico per i suoi numerosi murales, tutti con un significato ben preciso, che lo rendono davvero unico!

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Il villaggio di Erriadh è uno dei più antichi di tutta la Tunisia, dove ebrei, musulmani e cristiani vivono insieme in pace da generazioni. Nei mesi di luglio ed agosto del 2015, circa 100 artisti di 30 nazionalità diverse hanno trasformato il villaggio in una galleria d’arte, su invito del collega franco-tunisino Mehdi Ben Cheikh a partecipare a Djerbahood , un progetto di arte urbana, dipingendo sui muri dei vicoli e delle case, nel rispetto del contesto e della cultura locale, facendo del villaggio, tra i più antichi del Paese, un piccolo museo a cielo aperto, per offrire una nuova attrazione culturale alla popolazione locale e ai turisti.

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Ancora oggi, passeggiando per il paesino, è possibile ammirare i numerosi murales, uno più bello dell’altro, ed incantarsi davanti ai loro colori, alternati dalle tipiche porte tunisine, anch’esse degne di attenzione!

Sarei rimasta ore lì a fotografare e scoprire nuovi murales ad ogni angolo di strada. Ecco perchè molti turisti decidono di fermarsi a pernottare qui, in uno dei meravigliosi heritage di cui vi ho parlato prima.

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Dopo aver visitato così tante meraviglie in un’unica giornata, ci siamo rilassati poi con un cocktail a bordo piscina all’Hotel Jardin de Toumana, dove alcuni rappresentati dell’Ente del Turismo Tunisino ci hanno dato il benvenuto a Djerba.

cocktail

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Il giorno dopo, invece, abbiamo goduto un pò della Djerba turistica con un barbecue a base di pesce sulla spiaggia all’Hotel Rym Beach. Abbiamo mangiato un ottimo tonno fresco, preparato davanti ai nostri occhi, spiedini di carne, gamberetti, frutta e per concludere l’immancabile the caldo alla menta, che in Tunisia rappresenta una sorta di digestivo (analcolico).

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Dopo il pranzo, siamo tornati in Hotel dove ci siamo cambiati e preparati per la conferenza stampa con la Ministra del Turismo Tunisino che poi ha tenuto un incontro privato con noi giornalisti e blogger italiani, per parlarci del turismo in Tunisia e delle misure di sicurezza intraprese nell’ultimo anno.

conferenza stampa ministra turismo tunisino conferenza stampa ministra turismo tunisino

Successivamente ci siamo diretti al caratteristico Pellegrinaggio della Ghriba, di cui vi ho già parlato ed abbiamo concluso la serata nell’ottimo ristorante Haroun, situato in una barca ancorata. Gli arredi meravigliosi: tutti con richiamo al tema del mare e della navigazione! Anche qui abbiamo mangiato molto bene, ormai adoro la cucina tunisina: è dietetica, senza latticini e tutta a base di pesce!

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Prima di tornare in Hotel, poi, con alcuni ragazzi del gruppo siamo andati a bere una birra al texas Discotheque, un disco pub molto carino dove si beve, si mangia e dopo la mezzanotte si balla.

Il giorno dopo mattinata di sole in spiaggia e poi partenza per Tunisi, dove abbiamo trascorso l’ultima notte all’Hotel Regency, siamo ritornati a ballare al Sindbad, il migliore lounge bar di Tunisi e poi ritorno a Napoli.

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Insomma, anche quest’esperienza è stata bellissima e molto interessante e mi ha aiutato non solo a capire meglio la cultura tunisina, ma amare anche un’isola come Djerba, spesso sottovalutata come posto solo di mare!

Come sempre, vi lascio il video riassuntivo del mio viaggio, sperando di essere riuscita a trasmettervi anche una minima parte delle bellissime emozioni che ho vissuto io.

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