
Viaggiare da sola in Marocco: un racconto autentico di emozioni, incontri e libertà femminile
Ero arrivata da Napoli pochi giorni prima, con un volo diretto Air Arabia, eppure mi sembrava di essere atterrata in un altro tempo. Un tempo più lento, più vero, più profondo. Era la mia quarta volta in Marocco, ma la prima da sola. Eppure, non dimenticherò mai la sensazione che ho provato guardando il tramonto dal rooftop del Kenzi Tower Hotel, con la città di Casablanca che si tingeva d’oro sotto di me. Mi sono sentita fiera di me e perdutamente innamorata di questo Paese.

Viaggiare da sola in Marocco è stata una scelta, non una sfida. Avevo bisogno di respirare un ritmo diverso, di ritrovare me stessa tra i colori, i profumi e le voci di una terra che da sempre mi affascinava, ma soprattutto di seguire il mio ritmo, lento, rilassato, da esploratrice che ama immergersi nella cultura locale.
Casablanca: dove il mare incontra la spiritualità
Appena uscita dall’aeroporto, un autista del transfer prenotato dall’Italia mi aspettava con un sorriso. In pochi minuti mi sono ritrovata nel cuore pulsante di Casablanca, tra il rumore dei clacson, i profumi di spezie e il canto lontano del muezzin. Ho soggiornato in pieno centro, al Downtown Business & Leisure Hotel, un hotel moderno con vista sulla città: dalle finestre potevo osservare la vita scorrere sotto di me, rumorosa e viva, ma incredibilmente armoniosa. Mi sono fermata lì 3 giorni da sola, per esplorare la città. Mi sono trovata benissimo, ho trovato tutti gentili e ospitali (forse perchè per i miei tratti arabi, mi prendevano per una local), ma in nessun momento mi sono mai sentita in una situazione di pericolo.

Per muovermi ho scoperto un’app locale, inDrive — una sorta di Uber marocchino — che ti permette di concordare il prezzo della corsa in anticipo. L’ho trovata sicura e trasparente, ideale per una viaggiatrice sola. Grazie a inDrive ho potuto esplorare ogni angolo della città senza preoccupazioni, muovendomi tra i quartieri più autentici e i ristoranti più consigliati. A fine corsa puoi anche valutare l’autista e leggere le altre recensioni. L’ho trovato un modo davvero sicuro per muoversi in città. In questo modo ho potuto girarla tutta senza problema e andare alla scoperta sia dei ristoranti migliore che delle attrazioni da non perdere.

Il secondo giorno ho prenotato un tour privato su GetYourGuide, come faccio in ogni città che visito. Mi piace affidarmi a una guida locale per entrare davvero nello spirito del posto. È così che ho scoperto le meraviglie di Casablanca, tra cui la Moschea di Hassan II, una delle costruzioni più maestose che io abbia mai visto. Casablanca è una città che va capita, ascoltata, interpretata. Dietro i grattacieli e il traffico, nasconde un’anima antica, fatta di spiritualità e orgoglio. E scoprirla con un local è stato il modo migliore per immergermi nella cultura locale.

La Moschea di Hassan II: dove Dio incontra il mare
In nessun altro posto al mondo ho sentito una simile fusione tra sacro e infinito.
La Moschea di Hassan II si erge sull’Oceano Atlantico come un ponte tra cielo e acqua. Il suo minareto — il più alto del mondo, 210 metri — sembra voler toccare le nuvole. È costruita su palafitte, direttamente sulla roccia marina, e il suo tetto può aprirsi per lasciare entrare il cielo.

Il re Hassan II la volle proprio lì, ispirandosi a un verso del Corano: “Il trono di Dio è sull’acqua.”
Ed è vero: quando la visiti, ti sembra che tutto galleggi — la luce, le preghiere, perfino i pensieri.
È una delle poche moschee in Marocco aperte anche ai non musulmani. Camminare scalza sui marmi bianchi, mentre la guida raccontava la sua storia con voce calma, è stato come varcare una soglia interiore.
Non servono parole, solo respiro. È uno di quei luoghi che ti insegnano che la fede, qualunque essa sia, è una forma di bellezza.

Quel giorno ho capito che Casablanca è molto più di un nome romantico o un film d’altri tempi. È una città viva, giovane, accogliente, dove mi sono sentita al sicuro e rispettata, forse anche perché con i miei tratti mediterranei mi scambiavano per una local.
Alcune informazioni pratiche: la moschea non è visitabile durante l’orario della preghiera, ma può essere visitata tutti i giorni con visita guidata, pagando un ticket d’ingresso. Durante le visite guidate per le donne non c’è l’obbligo di indossare il velo. Io ho prenotato la visita guidata su GetYourGuide con l’opzione salta fila.
Il momento che non dimenticherò mai: la preghiera del venerdì nel souk
Il terzo giorno, dopo il tour, ho deciso di perdermi tra i vicoli del souk di Casablanca. E lì, senza preavviso, mi sono ritrovata nel bel mezzo della preghiera del venerdì.
Le strade si sono fermate, letteralmente.
Tutti gli uomini erano fermi, inginocchiati, rivolti verso la Mecca. Le voci si intrecciavano in un unico canto sommesso. Io ero l’unica donna, straniera, con la macchina fotografica in mano e il cuore che batteva forte. Ma nessuno mi ha guardata con diffidenza.
Per un attimo ho pensato di uscire, ma poi mi sono fermata. Mi hanno sorriso, qualcuno mi ha fatto cenno che potevo passare. Non mi sono sentita fuori posto, né in pericolo. Solo grata e piccola di fronte a tanta devozione.

Non avevo mai assistito a nulla di simile prima. Erano tutti lì, fermi, rivolti verso la Mecca a pregare ed è stato magico! Mi sono sentita una bambina che esplora il mondo per la prima volta e non avrei mai immaginato che il silenzio potesse essere così potente.
Sono rimasta lì fissa ad osservarli, si lo so, forse non avrei dovuto, ma in quel momento ero anche io bloccata, da stupore e meraviglia. Ed è stato fantastico!
Quando la preghiera è terminata, la Medina si è riempita di vita. Ho pranzato con un cous cous cucinato da una donna del posto, seduta su uno sgabello di legno, in una piazzetta nascosta. 30 dirham — poco più di 3 euro — e un bicchiere di latte offerto con un sorriso.
È stato il cous cous più buono della mia vita, ma anche il più significativo: il sapore della condivisione, della gentilezza e della semplicità.

Tra hammam, rooftop e tramonti sulla Corniche
Nei giorni successivi ho voluto vivere Casablanca a ritmo lento: una passeggiata lungo la Corniche, il lungomare più elegante della città; una cena spettacolo nella Medina al ristorante Dar El Kaid, tra musica e danze tradizionali; e poi un aperitivo panoramico al Kenzi Tower Hotel, dove gli skyline moderni incontrano il richiamo del muezzin.
Non poteva mancare un’esperienza tipica marocchina: un hammam tradizionale, che mi ha regalato una sensazione di pace e rinascita che difficilmente dimenticherò. Il calore, il profumo d’eucalipto, l’acqua che purifica: un rito antico che mi ha lasciato addosso la sensazione di rinascere, pelle e anima.
Una giornata a Tangeri: la porta dell’Africa
Dopo tre giorni in giro per Casblanca, una mattina do deciso di prendere il treno veloce che da Casablanca conduce a Tangeri, chiamata “la porta dell’Africa”, in solo 2 ore. Lungo il tragitto, il paesaggio cambiava colore: dalle sfumature sabbiose dell’Atlantico al blu intenso del Mediterraneo.
Anche qui ho prenotato un tour privato con GetYourGuide, che mi ha permesso di scoprire una città dal fascino magnetico.

Tangeri mi ha accolta con il vento forte e l’odore del mare. È una città sospesa tra due mondi — Africa e Europa — e camminando tra le sue stradine bianche ho capito perché tanti scrittori l’hanno amata.
Anche qui ho prenotato un tour privato con GetYourGuide e, con una guida locale ho esplorato i punti più iconici della città.
Abbiamo iniziato proprio da Cap Spartel, dove l’Oceano Atlantico incontra il Mar Mediterraneo, e il suo antico faro che veglia da secoli sullo stretto di Gibilterra. Poco lontano, le Grotte di Hercules raccontano leggende di passaggi segreti tra il Marocco e la Spagna.

Siamo poi arrivati alla Kasbah, punto più alto della città, dove nelle giornate limpide si può scorgere la costa spagnola. L’ho vista anch’io, una linea sottile oltre il mare, quasi un sogno. Ho attraversato la Medina attraverso le sue sette porte antiche, le “Bab” e lì mi sono fermata in un piccolo ristorante locale a gustare tajine e pastilla, piatti che profumano di cannella e mare.
La sera sono rientrata a Casablanca con lo stesso treno veloce, mentre il sole calava sull’oceano e il mio riflesso sul finestrino sembrava quello di un’altra me: più leggera, più viva, più libera.
Tangeri mi ha regalato il vento del mare e la sensazione che ogni confine sia solo un punto di partenza.
Viaggiare da sola in Marocco: tra libertà e fiducia
Viaggiare da sola ho imparato che la solitudine non è assenza, ma spazio.
Spazio per ascoltarsi, per aprirsi al mondo, per riconoscere la bellezza negli sguardi sconosciuti.
Non mi sono mai sentita sola, né in pericolo. Mi sono sentita, invece, accolta.
E forse è proprio questo il senso del viaggiare da donna: imparare a fidarsi — di sé stesse, degli altri, e del mondo.
Viaggiare da sola non significa essere coraggiosa.
Significa scegliere di ascoltare il proprio ritmo, di scoprire che la libertà, a volte, ha il profumo del cumino e il rumore del mare.

Consigli pratici per chi vuole viaggiare da sola a Casablanca
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Prenota un transfer in anticipo per evitare stress all’arrivo.
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Usa inDrive per spostarti in sicurezza.
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Fai un tour guidato con GetYourGuide per scoprire la città con occhi locali.
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Assaggia il cous cous del venerdì nella Medina.
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Concediti un hammam tradizionale e un aperitivo sul rooftop del Kenzi Tower Hotel.
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Dedica una giornata a Tangeri, è facilmente raggiungibile in treno veloce.
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