Lo scorso week end sono stata a Cerreto Sannita, un piccolo borgo bandiera arancione in provincia di Benevento, in occasione della VII edizione della Giornata Bandiere Arancioni  indetta da Touring Club Italiano. Una giornata che mi ha permesso di scoprire un piccolo borgo della provincia di Benevento ricco di storia ne cultura e tanta gente davvero simpatica ed ospitale.

Durante la giornata del 9 ottobre, dato che questo è l‘anno Nazionale dei Cammini, indetto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in coerenza con le direttive della Commissione Europea, Touring Club Italiano ha invitato a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra Italiano in modo slow, attraverso cammini, sentieri e percorsi inediti in oltre 100 località di tutta Italia, certificate con la Bandiera arancione per l’accoglienza e la gestione sostenibile del territorio attraverso visite guidate e percorsi legati a temi naturalistici, storici, artistici-culturali, religiosi ed enogastronomici, arricchite da eventi e attività gratuite e aperte a tutti.

Cerreto Sannita

La Bandiera Arancione è il marchio di qualità turistico – ambientale che TCI assegna alle località che soddisfano oltre 250 rigorosi criteri di valutazione di tipo turistico e ambientale. Ad oggi, su oltre 2.400 candidature, solamente il 9% ha ottenuto il riconoscimento: 215 luoghi che oggi, grazie al Touring Club, fanno parte di una rete dell’eccellenza italiana.

Cerreto Sannita

In Campania sono solo 4 i piccoli borghi a cui è stata assegnata la bandiera arancione: Cerreto Sannita (appunto), Sant’Agata dei Goti, Letino e Morigerati.

La bandiera arancione viene assegnata a località a “misura d’uomo”, con meno di 15.000 abitanti, tutte da esplorare, perfette per un weekend fuori porta o un breve soggiorno.  Luoghi speciali, ancora poco conosciuti, da scoprire tutto l’anno anche attraverso i numerosi eventi che propongono, e Cerreto Sannita le soddisfa tutte!

Cerreto Sannita

Dista solo 1 ora e 15 minuti da Napoli, ma una volta arrivati lì, sembra di essere in un luogo lontanissimo dalla grande metropoli. Il suo nome deriva da una quercia, il cerro, Quercus cerris L., un tempo molto diffusa nella nostra penisola in coperture boscose, le cerrete.

Il paese ha una lunga storia. E’ stato edificato più volte, ha avuto periodi di grande floridezza economica e profondo declino. Fu distrutto nel 1688 a causa di un violento terremoto, di cui si salvò solo parte della torre di guardia di cui ancora oggi se ne vedono i ruderi.

Cerreto Sannita

La nuova Cerreto, costruita più a valle fra il 1688 ed il 1689, si erge, con costruzioni antisismiche con una caratteristica disposizione a scacchiera, che la rende unica, su un ameno colle ai cui lati scorrono due torrenti: il Turio ed il Cappuccini, affluenti del Titerno da cui prende il nome l’intera valle.

Cerreto Sannita

Colpisce subito l’aria piacevole e rilassata del paesino di montagna, mista all’accoglienza e simpatia tipiche del sud Italia, alle tante porticine belle che piacciono agli Instagramers e le numerose chiese e punti d’interesse che sembrano quasi sospesi nel vuoto.

Gli abitanti sono davvero squisiti e gentilissimi. Una signora, vedendomi fotografare porticine e balconi, mi ha chiesto perchè lo facessi (per lei era la normalità) e quando le ho spiegato che per me che venivo dalla città erano meravigliose, ha iniziato a conversare incuriosita e non ha perso tempo ad invitarmi a casa sua per offrirmi un caffè!

Cerreto Sannita

Cerreto Sannita non solo è un piccolo borgo davvero molto carino, ma è anche ricco di storia. Subì la dominazione aragonese diventando feudo del conte di Maddaloni Diomede Carafa, la cui dinastia dominò dal 1483 al 1806. E’ stata inoltre eletta più volte residenza dei Vescovi Telesini, il primo di cui fu Giacomo Giovan Bartolomeo di Cerreto diventando stabile sede di episcopio dal 1600.

Cerreto Sannita

Come vi dicevo, dista solo poco più di un’ora di auto da Napoli, quindi sono arrivata Cerreto Sannita in macchina con un’amica il sabato pomeriggio e siamo state accolte subito con gentilezza dall’assessore al turismo di Cerreto che ci ha messe a nostro agio e ci ha fatto sentire cerretesi!

Il sabato sera siamo state alla sagra del fungo porcino a Cusano Mutri (il paese confinante), anch’esso molto carino e poi abbiamo pernottato all’Hotel la Capuana a Cerreto.

Cerreto Sannita

La mattina del 9 sono iniziati i nostri cammini arancioni alla scoperta di Cerreto Sannita con il Touring Club Italiano.

In mattinata siamo state in visita al Museo Civico della Ceramica Cerretese. Cerreto Sannita, infatti, è a sempre la città della ceramica. Al terremoto del 1688 che dimezzò la città, era scampata solo la casa di un vasaio, dalla quale si evince che a Cerreto la ceramica si è sempre prodotta, come confermano anche i numerosi ritrovamenti di vasi provenienti dagli scavi nella Vecchia Cerreto.

Cerreto Sannita

Nella parte alta di Cerreto c’erano le industrie tessili mentre nella parte bassa che si estendeva fino a San Lorenzello dove il corso dell’acqua era più lento, furono installati i mulinelli per la polverizzazione del silicio e la legna.
La Cerreto medievale era agricolo manifatturiero. Nella nuova Cerreto c’è una trasformazione anche sociale.
Cerreto Sannita
Il Museo documenta la tradizione della ceramica artistica a Cerreto fiorita dopo il sisma del 1688. L’abbondanza di lavoro post terremoto richiamò a Cerreto artisti napoletani che portarono l’esperienza di Capodimonte. L’incontro tra scuole diverse diede luogo ad una produzione ceramica che riproponeva modelli e tipologie partenopee, ma con un nuovo, dissonante ed esuberante cromatismo, dal gusto naturalistico, con svelte e nervose immagini animalistiche, dal sapore NAIF, che fanno ricordare il rapporto uomo-animale delle antiche civiltà venatorie.
Cerreto Sannita

Il museo, istituito nel 1991 ed inaugurato nel 1993, a seguito dell’ultimo ordinamento (2009) è costituito da tre sezioni:

  • la sezione di arte ceramica antica che raccoglie reperti che vanno dall’epoca romana alle manifatture tradizionali cerretesi d’età barocca sino al XIX secolo;
  • la collezione Mazzacane, creata dallo storico Vincenzo Mazzacane e donata dai suoi eredi al comune;
  • la sezione di arte ceramica contemporanea, che custodisce le opere degli artisti che hanno partecipato alle diverse biennali di ceramica che si tengono a Cerreto Sannita.
Dopo la visita al museo, abbiamo imparato noi stessi a lavorare la ceramica, attraverso un laboratorio organizzato dalla Bottega Ceramica Marina di Cerreto, adiacente al Comune.
Cerreto sannita
Cerreto Sannita
Non potevano mancare, poi, le visite alle tre chiese principali di Cerreto: la Cattedrale, San Martino e le Clarisse, una più bella dell’altra.

La cattedrale della Santissima Trinità è la chiesa cattedrale della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, situata nel centro storico di Cerreto Sannita.La facciata ha due ordini di lesene il primo con capitelli di ordine dorico ed il secondo di ordine ionico.

Cattedrale Cerreto Sannita

I due tozzi campanili, con la parte superiore a base ottagonale, terminano con due cupolette a “cipolla” rivestite da embrici maiolicati gialli e verdi. La loro disposizione non è uguale perché quella del campanile a ponente venne rifatta a seguito di un cedimento subito dal terremoto del 1805 mentre le tre vetrate policrome sono state aggiunte durante gli ultimi lavori di restauro eseguito a seguito del terremoto del 1980. L’interno è a croce latina con tre navate ed è ricco di decorazioni a stucco tipicamente settecentesche eseguite da Giacomo Caldarisi e da Benedetto Silva.

Cattedrale Cerreto Sannita
Quasi di fronte alla cattedrale c’è la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Viene chiamata anche “chiesa della Congregazione” perché in essa ha sede la Congrega della purità della Beata Vergine o della Madonna di Costantinopoli, che per secoli è stata la confraternita laica più ricca della cittadina. Essa infatti possedeva il Monte di Pietà e gestiva una consistente parte della produzione e del commercio dei panni lana cerretesi.
Cerreto Sannita
L’edificazione della chiesa è strettamente legata alla nascita, nel 1616, della confraternita della Purità della Beata Maria Vergine o della Madonna di Costantinopoli, voluta dal frate cappuccino Ruffino da Napoli che nello stesso periodo fondò a San Lorenzello, allora frazione di Cerreto Sannita, la chiesa della Congregazione della Sanità.
Chiesa Santa Maria di Costantinopoli Chiesa Santa Maria di Costantinopoli

Nella piazza principale si trova, invece, la collegiata di San Martino.

Citata per la prima volta nel 972, costituiva una delle sei parrocchie di Cerreto antica. Rasa al suolo dal terremoto del 5 giugno 1688, fu ricostruita al centro del nuovo tessuto urbanistico voluto dal conte Marzio Carafa e da suo fratello Marino, grazie ai fondi messi a disposizione dall’universitas, dalla confraternita del Santissimo Corpo di Cristo e dai feudatari.

Chiesa di San Martino

La collegiata, caratterizzata dalla scalinata lapidea esterna che si divide in quattro rami, è la chiesa più ampia della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. Al suo interno sono conservati numerosi dipinti del XVIII secolo, pregevoli statue lignee, alcuni pavimenti in ceramica cerretese antica, un organo ottocentesco in cassa barocca ed alcuni altari in marmi policromi intarsiati.

Chiesa di San Martino Cerreto Sannita Chiesa di San Martino Cerreto Sannita
Particolare attenzione merita al suo interno il bellissimo Presepio Storico Popolare che attraverso e per mezzo di alcuni scorci scenici cittadini e rurali, vuole fondere in un tutt’uno il sacro, il territorio e la comunità con la sua storia.
Chiesa di San Martino Cerreto Sannita
Un aneddoto simpatico che i hanno raccontato è che la fontana della piazza originariamente era a Piazza Mercato a Napoli e poi è stata venduta al comune di Cerreto Sannita.
Cerreto Sannita
Dopo questa breve ma intensa esperienza, siamo andati a pranzo nella Cerreto Alta all’Agri-Hotel La Vecchia Quercia, dove abbiamo mangiato piatti tipici del territorio:
Antipasto di prosciutto al taglio e polenta con zucchine
antipasto
Zuppa delle feste a base di scarole con polpettine di manzo in brodo di gallina e uova (che ricorda la minestra maritata napoletana)
Zuppa delle feste a base di scarole con polpettine di manzo in brodo di gallina e uova
Fusilli di rapa rossa con zucchine e caciocavallo
Fusilli di rapa rossa con zucchine e caciocavallo
Agnello e vitello alla brace con contorni di patate fritte e verdure di stagione
Agnello e vitello alla brace con contorni di patate fritte e verdure di stagione
Dolcetti di pasta di mandorle e Cherry della casa.
Dolcetti di pasta di mandorle e Cherry della casa.
Dopo il pranzo luculliano, ci siamo diretti verso il secondo tour della giornata, che prevedeva un’escursione in montagna, per la quale erano richiesta scarpette da trekking.
Sulle montagne che circondano Cerreto Sannita, infatti, è possibile fare numerosi percorsi escursionistici per visitare il Ponte di Annibale, le Forre del Titerno e le Clarisse.
Ponte di Annibale
Il ponte di Annibale, collocato appena fuori dal centro abitato lungo la via che conduce a Cusano Mutri, seguendo il corso del fiume Titerno nel punto in cui si restringe, è un ponte romano a tutto sesto, che la tradizione popolare ci tramanda con il nome di “Annibale” in quanto sul ponte sarebbe passato il celebre condottiero cartaginese Annibale assieme ai suoi elefanti durante la discesa della penisola al tempo della seconda guerra punica tra Romani e Sanniti per nascondere un suo bottino di guerra sul vicino monte Cigno. Il ponte, lungo 13 metri, è costruito interamente con l’uso di pietra locale, da una sola arcata a tutto sesto che sovrasta il corso del fiume Titerno.
ponte di Annibale
Per arrivare al ponte siamo passati per le forre del Titerno, una serie di gole nate a causa dell’erosione esercitata nel corso del tempo dall’acqua del fiume Titerno sulla pietra calcarea. Esse sono principalmente tre: le Forre di Lavello (quelle da noi attraversate), al confine fra i comuni di Cerreto Sannita e Cusano Mutri, le Gole di Caccaviola situate nel comune di Cusano Mutri, le Gole di Conca Torta situate lungo il corso del torrente Reviola, affluente del Titerno, nel comune di Cusano Mutri.
Forre del Titerno
Beh, attraversare un ponte così ricco di storia è stato piuttosto emozionante, vedere il panorama che lo circondava, però, ancora di più!
Ho scoperto anche che qui fanno attività di canyoning e mi sa che ci tornerò molto presto!
Forre del Titerno

Dopo questa bellissima esperienza montana, ultimo saluto con tutte le autorità in comune per un brindisi finale, abbiamo ritirato il nostro vasetto di ceramica realizzato in mattinata e poi ognuno è tornato a casa sua conservando un bellissimo ricordo di questo week end in un pesino poco conosciuto ma tanto carino, con la promessa di ritornarci presto, magari in una delle domeniche dell’olio che saranno organizzate durante il mese di novembre 😉

Cerreto sannita

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Il video della giornata:

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