le maschere di venezia

Venezia è una delle città più famose e affascinanti in tutta Italia. Tra le strade che fiancheggiano i lunghi e arzigogolati canali d’acqua, si respira un’aria di mistero che intriga le migliaia di turisti che ogni giorno si recano appositamente per visitarla.

Ma è anche una città nota per il Carnevale, una manifestazione che non ha eguali in tutto il mondo. È così importante che le stesse maschere veneziane sono diventate ormai un simbolo iconico non solo della città, ma di tutta la sua cultura.

Le maschere veneziane, adesso come allora, sono realizzate usando la cartapesta e aggiungendo successivamente elementi decorativi come nastri, gioielli e tessuti.

Le originali maschere veneziane sono realizzate ancora oggi seguendo le antiche pratiche tramandate dai maestri di Venezia. Oltre a trovarle nelle loro botteghe in città, sono disponibili anche online, sul sito originalveniceshop.com.

Ma quale storia si cela dietro a questi oggetti così variopinti e festosi? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Le origini della storia delle maschere veneziane

La storia delle maschere veneziane va molto più indietro di quanto si possa immaginare. Sebbene non si hanno attestazioni certe in merito alla nascita di tali oggetti, esiste tuttavia una legge, datata 1268, in cui si menzionano per la prima volta le maschere e se ne proibisce un uso improprio.

Due secoli più tardi, e per la precisione nell’aprile del 1436, si hanno notizie di uno statuto dedicato ai “maschereri”, il nome con cui venivano identificati gli artigiani che producevano le maschere a Venezia. La produzione col tempo si fece sempre più intensa, al punto che nel XVIII secolo le richieste erano alle stelle. All’epoca operavano solo 12 botteghe ufficiali, ma vi era anche una forte lavorazione “in nero” per soddisfare la domanda sempre più crescente.

Con la fine della Repubblica della Serenissima sotto il dominio austriaco, le maschere vennero limitate sempre più di più, fino a essere relegate soltanto per occasioni private e riservate.

Infine, quando Venezia tornò all’Italia, ormai le maschere, pur famose, rimasero a uso quasi esclusivo della celebrazione del Carnevale, come avviene ai giorni nostri.

 

Non solo per il Carnevale

Se associamo immediatamente le maschere veneziane al Carnevale, tuttavia, soprattutto nei secoli scorsi, esse venivano indossate anche in altre occasioni durante tutto l’anno.

Per esempio, era permesso tenerle sul volto per i banchetti ufficiali e durante le festività religiose, come i quindici giorni dell’Ascensione.

Le donne sposate indossavano la maschera Bauta per andare a teatro, mentre era vietata per le ragazze che dovevano ancora sposarsi. Tuttavia, la Bauta era indossata anche dagli uomini in diverse occasioni.

Un altro tipo di maschera era la Moretta, indossata soprattutto dalle donne poiché enfatizzava i lineamenti femminili.

Maschere come la Bauta e il Tabarro coprivano bene il volto, permettendo di rimanere nell’anonimato. Questo consentì in passato di dare libero sfogo alle pulsioni carnali: ciò non riguardavano soltanto le persone comuni, ma anche i preti e le monache, al punto che furono imposte leggi per limitare l’uso delle maschere.